Ottavio Mazzonis

(Torino 1921-2010)

Arte Sacra

mostra curata da fr. Alfredo Centra,

Francesco De Caria, Donatella Taverna, Silvia Pirracchio

In questo omaggio ad uno dei più significativi artisti del XX secolo saranno esposte una trentina di opere - molti gli inediti - fra bozzetti, dipinti e sculture del Maestro torinese; in particolare disegni e progetti riguardanti il grande dipinto dedicato a San Giovanni Battista de La Salle per l'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, trasferito per l’esposizione da Roma al Collegio San Giuseppe.

La mostra illustra un itinerario altro dell'arte e della cultura del Novecento e del primo decennio del terzo millennio, un itinerario la cui profonda originalità ha solida base nella tradizione colta dell'Arte occidentale, approdando, per un progressivo processo di decantazione a esiti di alto equilibrio tra figurazione e "macchia" di colore.

Ottavio Mazzonis, di famiglia aristocratica e imprenditoriale e di formazione culturale classica, ma cresciuto come pittore negli studi di Calderini e soprattutto di Nicola Arduino, grande maestro della decorazione di chiese e palazzi, di cui fu collaboratore, giunge per quanto attiene la forma ad esiti di estrema attualità per via di un continuo lavoro di decantazione e semplificazione sulla lezione dei Maestri rinascimentali, grazie ad una solidità e perizia tecnica non certo comuni, col supporto di una profonda cultura filosofica, letteraria, musicale derivantegli dagli studi e dal salotto culturale che in particolare la madre aveva organizzato in Palazzo Mazzonis.

Un artista "controcorrente" dunque, nel panorama del XX secolo e di questo primo decennio del Duemila; un artista che profondamente avverte la "solitudine" derivantagli dalla fedeltà alla tradizione alta da un lato e dalla incapacità della cultura contemporanea dalle esili basi di "leggere" nel profondo quanto egli significa nelle proprie opere, con i rimandi, le allusioni, e soprattutto gli strumenti dell'espressione artistica. Nonostante la sua fama, si dovette sentire sovente frainteso da chi, pur apprezzandone l'opera, si soffermava ad una lettura superficiale.

In mostra vi sono esempi e rimandi agli autoritratti giovanili - che ritengono le lezioni accademica e düreriana - e a quelli dell'età matura come personaggio pensoso tra i "fantasmi" dello studio; compaiono esempi della ritrattistica in pittura e in scultura, sostenuta da uno sguardo acuto sulla personalità del soggetto; si possono osservare aspetti dell'arte sacra dalla complessa simbologia derivante da profonda conoscenza dei contenuti filosofici e dottrinari impliciti nel soggetto e da meditazione personale; si possono ammirare paesaggi ispirati alla più alta lezione romantica a sua volta attenta alla tradizione rinascimentale e barocca, pervasi dal senso del mistero o dalla struggente contemplazione del trascolorare della luce; anche le nature morte di ascendenza barocca sono caricate di contenuti metafisici.

I disegni e i bozzetti che consentono di assistere alla genesi di un'opera d'arte sono fra i pezzi di più alta suggestione della mostra. In particolare sono esposti i disegni preparatori della pala dedicata al santo Jean Baptiste de La Salle, fondatore dell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane: nelle progressive varianti il visitatore potrà cogliere la ricerca di un'efficace espressione del carisma del Santo e della Congregazione da lui fondata, e formalmente lo spogliarsi progressivo dell'immagine dai particolari accessori e superflui, la trasfigurazione del volto che si fa via via "ritratto" del carattere del Santo posto a modello nella scelta di accoglienza dei "poveri": fanciulli e giovani che "chiedono" cultura, adulti che inseguono false mete, rischiando di perdere la coscienza della essenza divina dell'essere umano, traviati dalle false prospettive di una concezione puramente immanentistica ed economico-mercantile dell'esistenza e dall'arte che pervade la cultura del nostro tempo, mimesi e correlativo- anziché alternativa ad essa - di una povertà di contenuti e incapace di spingere lo sguardo ad orizzonti più vasti.

F. De Caria

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