Primogenito di una ricca famiglia dell’aristocrazia francese, Giovanni Battista de La Salle sembrava avere un futuro già segnato. Canonico della cattedrale di Reims a sedici anni, sacerdote a ventisette, dottore in Teologia a ventinove: ogni cosa lasciava presagire una sfolgorante carriera ad alti livelli in ambito ecclesiastico.
In effetti è per puro caso che La Salle comincia a interessarsi all’educazione dei giovani: un laico gli chiede aiuto per aprire una scuola parrocchiale destinata ai bambini poveri, e lui non si tira indietro.
Dopo qualche tempo, però, cominciano ad apparirgli evidenti i limiti di questo progetto: il problema non è solamente quello di garantire una istruzione gratuita a tutti i bambini; bisogna fare di più. Bisogna essere in grado di offrire agli studenti una istruzione di qualità, che sappia unire l’insegnamento “in senso stretto” alla trasmissione delle virtù cristiane.
Giovan Battista de La Salle comincia a radunare attorno a sé un gruppo di maestri volenterosi e si occupa della loro formazione professionale ma anche religiosa.
Istituisce di fatto le scuole di formazione per gli insegnanti, ed allo stesso tempo studia una pedagogia più adatta ai bisogni dei suoi studenti: l’insegnante spiegherà a tutta la classe e non più a uno studente per volta; inoltre si imparerà a leggere in Francese e non più in Latino, dando quindi priorità alla madrelingua. In ogni lezione la spiegazione teorica si affiancherà all’esercizio pratico. Anche le famiglie sono coinvolte, e più volte esortate a collaborare coi docenti per quanto riguarda la formazione dei ragazzi.
Giovanni Battista de La Salle inventerà anche le scuole domenicali dedicate agli studenti lavoratori.
L’insegnamento dei valori cristiani diventa una caratteristica fondamentale delle scuole lasalliane, (che devono il nome a quello del loro fondatore): Giovanni Battista propone ad alcuni dei maestri che lavoravano con lui una forma di vita consacrata a Dio. Desidera che i suoi maestri siano religiosi per poter fornire un valido esempio di vita cristiana agli studenti; e tuttavia desidera che i suoi maestri non diventino sacerdoti. La cura delle anime porterebbe via troppo tempo, dice, e rischierebbe di distrarli: i maestri lasalliani devono invece dedicarsi a tempo pieno all’insegnamento e alla cura dei loro allievi.
Nasce così – siamo nel 1682 – l’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, una Congregazione di laici consacrati votata all’insegnamento e all’educazione dei giovani.
La pedagogia innovativa adottata dai Fratelli, unita alle loro comprovate capacità didattiche, fa sì che la Congregazione si diffonda rapidamente in tutta la Francia e poi in tutta Europa.
Per far capire la popolarità di questo Istituto basterà un dettaglio: i Fratelli arriveranno a Torino nel 1824 non per scelta loro, ma perché esplicitamente chiamati oltralpe da re Carlo Felice, che aveva sentito parlare della qualità didattica di questi religiosi e li voleva come insegnanti per le scuole del suo Regno.
Nel tempo la crescita sarà grandiosa con un rigoglio di vocazioni e con la diffusione dell’Istituto nei vari Continenti.
Al calo delle vocazioni religiose registrato in alcuni Stati negli ultimi decenni fa riscontro, paradossalmente, una crescita delle attività apostoliche di cui l’Istituto è responsabile: sono sempre più numerosi i laici che - in qualità di docenti, collaboratori o volontari - si riconoscono nel carisma di San Giovanni Battista de La Salle e formano, assieme ai Fratelli, la cosiddetta Famiglia Lasalliana.
Oggi i Fratelli assistono, assieme a 100.000 collaboratori laici, oltre 1.000.000 di studenti in 82 Paesi del mondo.
Il loro Fondatore Giovanni Battista de La Salle è stato canonizzato nel 1900 e proclamato nel 1950 patrono universale di insegnanti e di educatori.