Il principio femminile - quale qui si intende - permea tutta la realtà, come dimostrano tanti miti della creazione che hanno a protagoniste Gea, Iside, Lilith, Eva, Eurinome o divinità analoghe, e la Donna in particolare ha ispirato letteratura, arte e poesia sin dalle origini: già dalle immagini delle Matres nella scultura delle civiltà primitive, la donna è posta a fondamento della letteratura e quindi dell’Arte, almeno in Occidente.
La mostra che qui presentiamo è necessariamente - anche considerato lo spazio a disposizione, in questa occasione invero molto affollato - sintetica e lacunosa e deve procedere per accenni, per spunti di riflessione, che il quaderno-catalogo in qualche modo tenta di approfondire.
In particolare il materiale è diviso per sezioni, dal Ritratto al Nudo, al Femminino, alla Maternità, alla dimensione Religiosa e cultuale.
Le risposte dei sessanta artisti (dal 1909 al 2016) sono varie e coinvolgenti: c’è la sacralità e la tenerezza delle maternità, di Maria - anche sofferente, come nelle Pietà - come di ogni madre del genere umano o del genere animale e persino vegetale; ci sono l’accattivante grazia di volti e di nudi di tante opere, e la maliziosità dell’interpretazione della donna come ragno che tesse la tela per molti fatale, come ammaliatrice o per la bellezza del viso e l’intensità dell’espressione in cui l’Artista identifica i propri ideali, o per tornaconto, malìa che cattura chi vive alla giornata come chi fida nella propria potenza; e c’è il silente mistero dell’adolescenza da cui sboccerà la Donna.
Ci sono in mostra dipinti in varie tecniche, disegni, sculture di ascendenza classico-accademica o sperimentali e improntate a più moderne poetiche, che coprono l’arco temporale di un secolo.
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